Fino agli anni Cinquanta le microonde erano state impiegate essenzialmente nelle trasmissioni radar. Si tratta di un tipo particolare di onde elettromagnetiche, simili a quelle luminose, ma con una frequenza e una lunghezza d'onda diverse. Hanno una frequenza compresa tra 101 e 10)* oscillazioni al secondo e una lunghezza d'onda compresa tra 1 mm e 30cm. Scoperte nei primi anni del Novecento, le microonde furono utilizzate dai due scienziati inglesi John Randall (1905-1984) e Harry D. Boot (1917-1983), dell'università di Birmingham, che nel 1940 ne fecero un mezzo di difesa con un particolare dispositivo, il magnetron, che serviva a produrre onde elettromagnetiche con caratteristiche idonee a intercettare gli aerei nemici. L'idea d'usarle per cuocere venne per caso, almeno in parte.
Nel 1946, mentre conduceva delle ricerche col magnetron presso i laboratori della Raytheon Company, l'ingegnere statunitense Percy Spencer (1894-1970) s'accorse che un cioccolatino che teneva in tasca s'era fuso. La spiegazione, o meglio l'ipotesi, avanzata da Spencer fu che le microonde generavano calore nei corpi con un meccanismo in parte diverso da quello delle onde termiche. A differenza di queste, le microonde non sono calde, ma generano delle vibrazioni molecolari nei corpi che riscaldano, trasformandoli in fonti di calore. Poco più tardi Spencer ripeté la cottura con dei semi da pop corn che, posti vicino al magnetron, dopo pochi minuti cominciarono a scoppiettare. La mattina successiva, queste prime esperienze di cottura con microonde proseguirono con delle uova integre, complete di guscio. Poco dopo essere state a contatto col forno le uova scoppiavano perché la cottura ne aumentava il volume (per l'aneddotica, sembra che una di queste uova sia finita in faccia a un collega che Spencer aveva giudicato troppo curioso).
Se avesse fiutato o meno un affare milionario non lo sappiamo, ma di sicuro l'ingegnere capì subito d'aver trovato un sistema tutto nuovo per cuocere i cibi. E per questo si dedicò subito alla realizzazione di un primo modello di forno a microonde che completò nel giro di un anno. Il Radarange - questo il nome della creatura - funzionava, ma era piuttosto ingombrante e con uno spazio di cottura molto ridotto. Il fatto è che gran parte del volume - più o meno quello di un frigorifero attuale - era occupato dai tubi a vuoto, e dal sistema di raffreddamento. I pochi ristoranti che ne acquistarono uno non riuscirono a promuoverne le vendite, che invece esplosero nel 1952 alla presentazione di un nuovo modello. Stavolta il forno - prodotto dalla Tappan Company - aveva dimensioni più contenute, due velocità di cottura e un timer. Era l'inizio di una nuove generazione di forni che negli anni successivi andarono via via riducendosi di dimensioni sino ai modelli attuali realizzati grazie alla miniaturizzazione dei circuiti elettronici.
Negli ultimi anni, sono stati sollevati degli interrogativi sulla sicurezza dei forni a microonde e delle altre sorgenti di microonde presenti nell'ambiente, interrogativi che hanno promosso molte indagini scientifiche, sia sugli animali, sia sull'uomo. Centinaia di studi effettuati in pochi anni hanno portato nella gran parte dei casi notizie rassicuranti. Gli eventuali danni, comunque limitati, sarebbero dovuti alla produzione di calore nel corpo colpito dalle microonde. Ciò significa, almeno per quanto ne sappiamo oggi, che il rischio è proporzionale al tempo di esposizione. Il caso delle persone esposte alle microonde per parecchie ore, per esempio perché occupate in centrali radio o perché abitanti in prossimità di aree dove corrono linee d'alta tensione, è completamente diverso da quello di chi usa il forno a microonde in casa pochi minuti al giorno.