Generare e mantenere una corrente di aria, o di altri gas, in un circuito o tra due ambienti: questa la funzione essenziale di un apparecchio, il ventilatore, che si rivela particolarmente utile nella calde giornate estive, quando ci consente di ottenere un po' di refrigerio, smuovendo l'aria calda.
Una specie di ventilatore a pale azionato a mano era già stato costruito nel 1553 dal naturalista tedesco Georg Bauer (1494-1555), noto con il nome latino di Georgius Agricola. Ma era soprattutto nelle miniere che nasceva l'esigenza di un sistema di ventilazione: qui, infatti, l'aria diventava presto irrespirabile, anche quando la profondità non era eccessiva. Già nel XVIII secolo erano state inventate delle pompe che immettevano aria pura fino a una distanza di circa 500 m. Poiché l'immissione di aria pura non bastava a depurare l'ambiente, si cercò una soluzione alternativa; per un certo periodo di tempo, vennero accesi dei fuochi all'imboccatura dei pozzi che creavano un tiraggio d'aria. Anche questo espediente, però, non risolse il problema del "grisù" (adattamento della parola francese grisou , che indica una miscela esplosiva di metano e aria, che si sviluppa soprattutto nelle miniere di carbone, zolfo e salgemma), un gas responsabile di numerose e mortali esplosioni.
Nel 1820 vennero adottati i cosiddetti "ventilatori volumetrici", delle pompe che comprimevano l'aria per facilitarne l'evacuazione; ma questi apparecchi erano molto ingombranti e avevano il grave inconveniente di bloccare l'aerazione in caso di arresto. Nel 1838 il francese Charles Combes pubblicò la prima analisi scientifica da cui risultava che bisognava prima di tutto evacuare l'aria inquinata dalle miniere e che quindi la circolazione dell'aria doveva avvenire dal basso verso l'alto, attraverso delle condotte stagne. La soluzione al problema dell'aerazione nelle miniere arrivò nel 1858 quando il francese Thèophile Guibal inventò il "ventilatore dinamico", una macchina che captava l'aria delle miniere all'interno di una camera stagna attraverso una condotta e quindi la espelleva all'esterno.
Una volta risolto il problema della ventilazione delle miniere rimaneva quello degli ambienti riscaldati. Nel 1904 fu costruito un primo ventilatore a pale, da tavolo; ma si trattava di un'invenzione fallimentare: azionato da un motore a gas, questo strano apparecchio produceva più calore di quanto non ne eliminasse. Il moderno ventilatore elicoidale è un apparecchio in parte simile: l'elemento fondamentale è la girante o ventola, munita di pale di varie forme che, girando, esercitano un'azione di tipo meccanico sull'aria. Le pale sono fissate per mezzo di un mozzo all'albero di comando; la differenza essenziale risiede nel fatto che le pale sono azionate da un motore elettrico . L'aria attraversa la ventola parallelamente all'asse di rotazione e mantiene questa direzione anche in uscita. Lo stesso principio di funzionamento viene impiegato nei ventilatori da soffitto, in cui le pale sono attaccate a uno stelo, fissato a sua volta nel muro.
Un funzionamento diverso viene impiegato, invece, nei ventilatori centrifughi; in questo caso, infatti, la girante è costituita da una ruota a palette, racchiusa in un involucro che presenta un condotto a spirale, nel quale il fluido entra in direzione parallela e fuoriesce in direzione perpendicolare all'asse di rotazione. Questi modelli possono avere una o due bocche di aspirazione sistemate su uno o entrambi i lati della girante.
Le applicazioni dei ventilatori sono naturalmente numerosissime: sono impiegati negli ambienti domestici e industriali, nelle gallerie , nelle miniere, nelle navi, negli impianti di condizionamento dell'aria, per l'aspirazione di fumi e aria umida o viziata nelle cucine, nei bar, nelle tintorie, nei locali igienici. Inoltre servono per aspirare i prodotti della combustione o le polveri di lavorazioni industriali particolari, negli impianti chimici o in quelli di raffreddamento industriale.
