Realizzata sul finire degli anni Venti, la bomboletta usa e getta che spruzza una sostanza nebulizzata ha subito riscosso un grande successo commerciale. La bomboletta spray è un contenitore pressurizzato, generalmente di metallo, costruito in modo da dispensare una vasta gamma di sostanze sotto forma di aerosol o schiuma. Al suo interno, infatti, si trova un gas compresso che funziona da propellente del componente attivo che deve essere dispensato.
Numerosi prodotti vengono usati in forma di aerosol perché ciò ne consente una distribuzione uniforme. Alla base dell'aerosol ci sono i colloidi, ovvero sospensioni di minuscole particelle di una sostanza, dette "fase dispersa", in un altro mezzo, detto "fase disperdente". Le particelle sono così piccole che restano in sospensione indefinitamente, non toccate dalla gravità. L'aerosol è per l'appunto una dispersione colloidale di particelle solide (come nel caso del fumo di una sigaretta) o liquide (come nel caso di uno spray insetticida) in un mezzo gassoso. Per esempio, le nubi e la nebbia sono casi tipici di dispersione aerea di particelle liquide, mentre i fumi derivanti dall'impiego di combustibili o da lavorazioni industriali (industrie metallurgiche, cementifici, ecc.) rappresentano esempi tipici di sospensione solida.
Da tempo gli aerosol vengono efficacemente impiegati sia in campo militare (cortine fumogene) sia in campo medico per la somministrazione di farmaci di uso locale - come quelli per l'asma bronchiale - o di uso generale, in sostituzione di iniezioni intramuscolari ed endovenose. Ma la loro maggiore diffusione si ha soprattutto in agricoltura (con insetticidi, anticrittogamici, defolianti, ecc.), in cosmetica (schiume da barba, deodoranti, lacche per capelli, ecc.) e in una serie di applicazioni industriali come i lubrificanti, le cere per mobili, le cere per automobili, le schiume per estintori d'incendi, ecc.
Nelle bombolette spray, l'aerosol si ottiene provocando la nebulizzazione di una sostanza specifica che si trova all'interno della bomboletta insieme a un propellente. I propellenti generalmente non sono tossici, sono inodori e possibilmente non infiammabili. Quelli pi├╣ usati sono il freon, il cloruro di etile, l'ossido di azoto, l'ossido nitroso e gli idrocarburi. Alcuni di essi, come l'ossido nitroso o il diossido di carbonio, quando sono compressi rimangono allo stato gassoso; altri, come i clorofluorocarburi si possono liquefare.
Nella bomboletta spray, quando la valvola di apertura viene premuta verso il basso, il prodotto contenuto all'interno, tramite un tubicino di pescaggio, fuoriesce da un ugello spinto dalla pressione esercitata dal propellente. In questo modo il gas evapora e la sostanza si nebulizza.
Le sostanze da nebulizzarsi possono essere inserite nel contenitore con un sistema a due fasi o a tre fasi. Nel sistema a due fasi il propellente, in forma liquida, è mescolato con il prodotto. Nel momento in cui viene a contatto con l'atmosfera, il propellente passa dallo stato liquido a quello gassoso, polverizzando il prodotto in minuscole goccioline. Nel sistema a tre fasi, invece, il prodotto si trova, senza mescolarsi, fra uno strato di propellente allo stato gassoso, che occupa la parte superiore del contenitore, e uno strato di propellente allo stato liquido che rimane sul fondo. Spingendo la valvola di apertura, la pressione del gas nella parte superiore spinge il prodotto su per il tubicino e attraverso la valvola, mentre il propellente liquido che si trova sul fondo si vaporizza per mantenere la pressione costante.
In alcuni prodotti, come per esempio la schiuma da barba, il propellente e il componente attivo sono mescolati insieme sotto forma di emulsione e quando il liquido vaporizzato fuoriesce, si trasforma interamente in una schiuma.
A partire dai primi anni Settanta, il massiccio impiego delle bombolette spray è stato messo sotto accusa a causa dei propellenti impiegati, soprattutto clorofluorocarburi (CFC). Questi composti chimici, contenuti anche nei frigoriferi, infatti, provocano danni irreversibili allo strato di ozono stratosferico. La sua riduzione ha generato, nel corso degli anni, alterazioni climatiche a causa della maggiore quantità di raggi ultravioletti che investono la superficie terrestre. Per questo motivo ultimamente i CFC sono stati messi al bando e quindi via via sostituiti con derivati innocui o comunque meno nocivi.
