L'invenzione del water closet come oggetto s'inserisce in quelle pi├╣ generali del bagno come luogo appartato e di una rete fognaria per la raccolta delle acque luride.
La prima struttura paragonabile all'attuale water con sciaquone si trova nel 2000 a.C. nel palazzo reale di Cnosso, a Creta. I bagni avevano una latrina con serbatoio d'acqua sopraelevato dove si raccoglieva acqua piovana o dove, in assenza di questa, si versava con dei secchi l'acqua attinta da una cisterna. Prima di allora, l'altra tappa fondamentale nella raccolta degli escrementi in un sistema di tubazioni sembra sia stata opera degli abitanti delle isole Orkeney, al largo della Scozia, 10.000 anni fa. In questo caso, dei canali di scolo convogliavano le acque luride dalle abitazioni di pietra verso dei corsi d'acqua. L'idea comunque, non ebbe buona accoglienza e diffusione. Tutt'altro.
Nel Cinquecento le condizioni igieniche delle grandi città erano poco meno che pietose, persino nei grandi palazzi nobiliari. Erano usuali le latrine all'aperto, i canali di scolo senza protezione e, quel che è peggio, veniva considerato normale espletare i propri bisogni ovunque ci si trovasse. In questo modo si spiegano iniziative come quella di Erasmo da Rotterdam (1466-1536) d'invitare la gente al riserbo e avvisi come questo fatto diffondere dalla corte reale inglese nel 1589: «Che nessuno, chiunque sia, prima, durante o dopo i pasti, presto o tardi, sporchi le scalinate, i corridoi o gli stanzini con urina o altre sozzure». Ma poco più di un secolo dopo, all'inizio del Settecento, le cose non erano granché cambiate visto che le pubblicazioni di bon ton raccomandavano: «Se passate accanto a una persona che sta facendo i propri bisogni, dovreste far finta di non averla vista». E se in Gran Bretagna si piangeva, in Francia non si rideva. «Parigi è in condizioni pietose - scriveva un giornale parigino -, le strade hanno un odore talmente ripugnante che è impossibile uscir fuori». Questo era dovuto, tra l'altro, alla mancanza di tubazioni nelle abitazioni e all'abitudine di lanciare dalla finestra ciò che si era raccolto nei vasi da notte. Lanci che avvenivano spesso nottetempo. L'organizzazione igienico-sanitaria delle grandi città prevedeva che degli uomini raccogliessero casa per casa il contenuto dei vasi da notte. E comunque il servizio di raccolta non era alla portata di tutti i cittadini. In breve, non c'era niente di strano nel fatto che il palazzo reale di Versailles avesse un sistema di fontane eccezionale e una rete di gabinetti men che primitiva.
A segnare il passo avanti decisivo fu l'epidemia di colera scoppiata a Londra nel 1830. Solo allora, le autorità si convinsero della necessità di dotare ogni casa e ogni luogo di lavoro di un gabinetto con uno scarico collegato a un sistema di fognature . Il bagno, che da secoli era stato soprattutto un posto per abluzioni d'ogni genere, divenne così il luogo dove troneggiava il water closet (letteralmente, "ripostiglio dell'acqua").
Questo aveva già fatto la sua comparsa, sia pure in forma rudimentale. Una prima volta, come abbiamo visto, presso la civiltà minoica, nel 2000 a.C. In seguito, in forma perfezionata, nel 1596, presso la corte inglese della regina Elisabetta I. Sembra che a idearlo sia stato un figlioccio della regina, tal Sir John Harington, che lo definiva «una latrina perfetta». Era costituito da una torre-serbatoio dell'acqua, un rubinetto a mano che faceva affluire l'acqua in un serbatoio più piccolo e da una botola a valvola, fissa su un lato, che faceva arrivare le acque di scolo in un pozzo nero. Ma nonostante l'interesse suscitato dal progetto, non se ne fece nulla perché Harington ebbe la malaugurata idea di parlarne in un libro ricco di pesanti allusioni. Cosa che irritò molto la regina che non volle più saperne, né del progetto né del figlioccio.
Passò più di un secolo e mezzo perché si arrivasse a un nuovo progetto, con l'introduzione di un elemento decisivo: il sifone . Nel modello precedente le esalazioni del pozzo erano mal separate dall'ambiente soprastante e ciò lo rendeva poco popolare, soprattutto in ambienti come quello della regina Elisabetta, che non aveva fatto mistero delle sue antipatie per un oggetto maleodorante. Nel nuovo water closet, ideato nel 1775 da Alexander Cummings , il tubo di scarico deviava subito sotto la tazza ed era sempre pieno di acqua, come quelli attuali. In questo modo si creava un perfetto isolamento dagli odori provenienti dal basso. Fu lo stesso Cummings a chiamarlo "sifone". Comunque, il nuovo modello si diffuse solo a partire dalla fine del Settecento.
Il problema della risalita dei gas fu risolto nel 1778 anche in un altro modo, meno semplice di quello scelto da Cummings. L'ebanista Joseph Bramah - ideatore anche di una serratura - brevett├▓ un water dotato di una valvola idraulica che isolava in modo meccanico dal resto della rete fognaria. In ogni caso fu il sifone a imporsi come soluzione standard.