Albert Einstein è non soltanto uno dei maggiori fisici matematici della nostra epoca, ma anche una sorta di simbolo della ricerca scientifica. Con il suo apporto, ha reso possibile molte delle scoperte compiute nel campo spaziale, nell'ambito della fisica della materia, dell'elettrodinamica e dei fenomeni fotoelettrici. Da queste sono nate molte applicazioni: per questa ragione, pur non essendo il suo nome associato a nessuna specifica invenzione, abbiamo ritenuto doveroso includerlo in quest'opera.
Benché al nome di Einstein si colleghi, quasi automaticamente, la scoperta della teoria della relatività, che fu sicuramente il suo maggiore contributo alla conoscenza, in realtà i suoi studi spaziarono in tutti i campi della fisica moderna. Le strutture teoriche enunciate da Einstein avrebbero inoltre permesso di realizzare moltissime tecnologie. Per esempio è a lui che si deve la teorizzazione dell'effetto fotoelettrico (quello per cui la luce, incidendo su una superficie metallica, asporta da questa un certo numero di elettroni, producendo appunto una corrente elettrica) che è alla base della tecnologia delle cellule fotoelettriche.
Nato in Germania e per la precisione a Ulm, nel 1879, da famiglia israelita, iniziò qui i suoi studi. Nel 1894, a causa delle sue difficoltà d'inserimento nell'ambiente rigido e nozionistico del Gymnasium (la scuola secondaria che egli frequentava), si trasferì in Italia.
Nel 1896 si stabilì in Svizzera, a Zurigo, dove completò gli studi universitari e conseguì la laurea in matematica e fisica. Qui conobbe Mileva Marich, che come lui frequentava il Politecnico. Nel 1903 si sposarono ed ebbero due figli: Albert (nel 1904) e Edward (nel 1909). A quell'epoca, le condizioni economiche e la difficoltà a essere accettato da un ambiente universitario molto chiuso costrinsero Einstein ad accettare un lavoro di impiegato presso l'Ufficio brevetti di Berna. Ciò non gli impedì tuttavia di proseguire i suoi studi. Anzi, fu proprio in quegli anni che si segnalò al mondo accademico con importanti saggi che vennero pubblicati nel 1905 sull'autorevole "Annalen der Physik". Erano lavori che trattavano della teoria della natura della luce, dei moti browniani (i moti di piccole particelle sospese in un liquido stazionario) e della teoria della gravità (teoria della relatività ristretta, che tendeva a risolvere le contraddizioni tra le teorie elettrodinamiche e le equazioni della meccanica). In questi studi Einstein gettò le basi per il successivo sviluppo delle sue teorie complesse di meccanica quantistica e di relatività generale. Per esempio stabilì già in questa fase l'equivalenza di massa ed energia con la famosa relazione E=mc². Dove l'energia E di una data quantità di materia la cui massa è espressa dal valore m è pari al prodotto di questa massa per il quadrato della velocità della luce c. Velocità che nel vuoto è costante.
In seguito alla pubblicazione di questi studi, nel 1909 ottenne l'incarico di professore straordinario di fisica teorica presso l'università di Zurigo. Fu poi nominato professore ordinario di fisica all'università tedesca di Praga (1910) e quindi al Politecnico di Zurigo (1912). Nel 1913 divenne membro dell'Accademia prussiana delle scienze. Qui sviluppò una proficua collaborazione con i colleghi Max Planck, Hermann Nernst, Erwin Schrodinger, Max von Laue che scaturì nella pubblicazione, nel 1916, di uno studio sui "Fondamenti della teoria della relatività generale". In questo studio, essenziale per l'evoluzione della fisica moderna, Einstein enunciava l'ipotesi che il campo gravitazionale non fosse una forza, come ritenuto dalla fisica newtoniana, ma piuttosto una "deformazione" delle proprietà geometriche dello spazio fisico. Gli eventi bellici della prima guerra mondiale portarono lo scienziato a un isolamento sempre maggiore. Le sue posizioni pacifiste si scontravano con l'appoggio dato alla guerra da quasi tutti gli intellettuali tedeschi. Inoltre ci fu anche il divorzio da sua moglie Mileva, che fu un ulteriore motivo di distacco e di solitudine.
Tuttavia, in seguito all'eclissi di sole del 1919, le osservazioni di A.S. Eddington dimostrarono, in modo sperimentale, la deviazione dei raggi luminosi emessi da una stella resa visibile dall'eclissi; in questo modo, l'interazione esistente tra campo gravitazionale e campo elettromagnetico, delineata da Einstein nei suoi studi, divenne un fatto provato sperimentalmente.
Nello stesso anno, il 1919, Einstein spos├▓ sua cugina Elsa.
Nel 1922 lo scienziato ricevette il premio Nobel per la fisica, non per la teoria della relatività, ma per quella sull'effetto fotoelettrico. Ormai le sue posizioni politiche, filosofiche e personali si discostavano troppo dall'ambiente in cui viveva e in generale dalla società tedesca. All'ascesa del regime nazista Einstein rassegnò le dimissioni da membro dell'Accademia prussiana delle scienze e nel 1933 si trasferì dapprima in Belgio e poi negli Stati Uniti.
All'epoca Einstein era un personaggio popolare e molto amato negli Stati Uniti, non solo come scienziato. Ricevette un'accoglienza trionfale, accoglienza che poco si confaceva al suo carattere non incline alla mondanità ed estremamente disincantato.
Il mondo accademico americano lo accett├▓ con entusiasmo. Divenne cattedratico di fisica teorica presso l'Institute for Advanced Study di Princeton (New Jersey) ed ebbe modo di inserirsi in un ambiente adatto a proseguire i suoi studi.
In quegli anni la fisica teorica e sperimentale statunitense era in fermento per le ricerche che si stavano conducendo al fine di realizzare il primo reattore nucleare. Einstein fu inizialmente un convinto assertore degli studi sull'energia nucleare. Nel 1939 arriv├▓ persino a scrivere una celebre lettera al presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosevelt (1882-1945) per sensibilizzarlo circa l'importanza di quegli studi.
Tuttavia quando dagli studi si passò alle ricerche finalizzate alla costruzione della bomba atomica, Einstein espresse la sua contrarietà al progetto.
Vi erano coinvolti i maggiori scienziati presenti nei laboratori di ricerca americani, coordinati tra gli altri dal fisico italiano Enrico Fermi. La posizione di Einstein fu per├▓ un netto rifiuto a partecipare.
Egli era un convinto assertore dell'utilizzazione dell'energia nucleare solo per fini pacifici e fu uno strenuo oppositore dell'uso della bomba atomica nel conflitto tra Stati Uniti e Giappone.
Probabilmente anche a seguito di questa polemica, lo scienziato si ritirò dall'attività accademica nel 1945. La figura di Einstein si legò, in seguito al suo abbandono della scena scientifica internazionale, a una serie di battaglie pacifiste. Tuttavia la sua straordinaria profondità scientifica continuò a produrre formulazioni e ipotesi nuove.
Nel 1950, nella seconda appendice di The Meaning of Relativity ("Il significato della relatività"), Einstein tracciò un profilo dell'universo, attribuendogli un'età, maggiore della Terra, e considerandolo un'entità finita in espansione. In seguito, nel 1953, espose la teoria del campo unificato (o teoria unitaria): il tentativo teorico di riunire in una sola struttura concettuale le teorie della gravitazione e dell'elettromagnetismo.
Morì a Princeton, negli USA, il 18 aprile del 1955.
Personalità complessa (basti pensare al suo impegno personale nelle battaglie civili), non fu solo un grande scienziato, ma anche un ottimo divulgatore, capace di comunicare le sue idee in tutti gli ambiti, accademici e non. Non è un caso, quindi, che le sue grandi intuizioni scientifiche si ritrovino in tutta una serie di applicazioni tecnologiche del mondo d'oggi.
