Nato a Budapest, in Ungheria, nel 1899, Laszlo Biro si interessò giovanissimo al giornalismo. Lavorando a stretto contatto con i tipografi di una rivista a cui collaborava, Biro notò un tipo di inchiostro a essiccamento rapido. «Perché non applicarlo a una penna?» pensò il giovane ungherese. Forte di questa intuizione, Biro si mise a lavorare al suo progetto e nel 1938 costruì una penna che non aveva bisogno di inchiostro liquido. In sostanza, Biro sostituì all'antico pennino una piccola sfera di acciaio al cromo, di un millimetro di diametro, mobile all'interno del suo alveolo, alla quale giungeva un inchiostro semisolido per capillarità e non per gravità, come invece nelle penne stilografiche. Qualche anno più tardi, nel 1943, Biro richiese il brevetto, a Parigi, dove si era rifugiato allo scoppio della seconda guerra mondiale. Dalla Francia Biro si spostò in Spagna e poi in Argentina e qui iniziò la produzione della sua penna - oggi nota appunto con il nome di penna biro - sviluppando una serie di perfezionamenti, soprattutto con l'aiuto del fratello Georg, chimico, che mise a punto un inchiostro pastoso a base di olio. Nel 1944 però, Biro vendette i diritti del brevetto a uno dei suoi finanziatori, che poi a sua volta li cedette alla ditta francese Bic. Le penne a sfera fecero la fortuna di questa ditta, mentre Biro, che le ha lasciato il nome, morì a Buenos Aires, in Argentina, nel 1985, trascorrendo in condizioni difficili gli ultimi anni della sua vita.